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L'indifferenza del mare


Il mare, una distesa blu che unisce una costa all’altra. Il mare, che da immenso poeta, in soli pochi minuti, può trasformarsi in uno spietato carnefice. Meraviglioso nel suo silenzio ma indifferente alla sofferenza altrui. Il mare ci permette di conoscere Terre inesplorate, nuove culture e ricchezze. Allo stesso tempo, nel suo essere spietato, ha un potere distruttivo: può trascinarci nella sua oscurità impedendoci di risalire in superficie, assicurandoci morte certa.

Lo sanno bene i migranti naufragati a Crotone, in Sicilia, la notte dello scorso 26 febbraio 2023. Erano in 180 su un barcone, solo un’ottantina di persone sono sopravvissute. Tra i morti si contano 14 minori, tra cui un neonato di pochi mesi. È l’ennesima strage di migranti avvenuta nel Mar Mediterraneo. Non rimangono che corpi galleggianti, adagiati su un velo blu. Corpi cullati dolcemente e portati a riva da onde che la mattina si acquietano sempre, restituendoci in un solo colpo tutto il dolore e la sofferenza dell’umanità. Non possiamo che rimanere sgomenti, in silenzio, a domandarci di chi sia la responsabilità. Nessun lutto nazionale per loro.


Mare agitato

 

Parole per riflettere


Per aiutarci a riflettere, come spesso accade, ci viene incontro la letteratura.


Khaled Hosseini, l’autore di un Cacciatore di aquiloni e di Mille splendidi soli, ritorna con un libro illustrato da Dan Williams di appena 56 pagine, intitolato Preghiera del mare.

Questo romanzo, scritto di getto, si ispira ai tragici eventi che hanno visto come protagonista il piccolo Alan Kurdi, un bambino siriano di tre anni annegato nel Mar Mediterraneo nel 2015, la cui foto ha fatto il giro del mondo scuotendo la coscienza collettiva per una sola stagione.

Il corpicino di Alan Kurdi, riverso immobile su una spiaggia dorata, è un’immagine con la quale ognuno di noi dovrebbe confrontarsi. Mentre i nostri bambini giocano spensierati a scuola, altri bambini muoiono e con loro muore la speranza. La speranza in un futuro dignitoso. La speranza in un’umanità più aperta al prossimo e meno individualista. La speranza che una vita umana possa valere più di ogni altra cosa. E quando la speranza muore, a volte l’unica cosa che ci rimane da fare è pregare.


Khaled Hosseini sa bene come ci si sente ad essere migranti. Aveva appena 14 anni quando i carri armati invasero la sua terra, l’Afghanistan. Si trovava a Parigi con la sua famiglia quando la loro casa venne ridotta in macerie. Furono costretti a fuggire negli Stati Uniti, dove Khaled si ritrovò in una scuola in cui non capiva la lingua e strinse amicizia con dei ragazzi la cui unica condizione che li accumunava era quella di essere profughi.


Khaled Hosseini ha deciso di fare del proprio trauma una risorsa, uno strumento in grado di trafiggere, attraverso le parole, il cuore del lettore. E Preghiera del mare ne è la testimonianza.


Guardatevi allo specchio: i migranti siete voi, perché potrebbe succedere in qualsiasi momento qualcosa nelle vostre vite che vi costringa a fuggire.

 

Una poesia che parla di speranza


Preghiera del mare è una lettera di un padre destinata a suo figlio, Marwan. Più che un romanzo è una lunga poesia, dolce e violenta allo stesso tempo. Racconta di una storia di sempre, ma mai così attuale come negli ultimi anni. Padre e figlio si trovano in fuga dalla violenza, dagli orrori e dalla morte. L’unico modo per fuggire è attraversare il mare. Il padre è conscio del pericolo ma dentro di lui è come se ci fosse una piccola fiamma ad alimentare la speranza, che si tramuta in preghiera. Una preghiera laica in quanto non è rivolta a nessun Dio, ma è destinata a noi lettori, agli esseri umani, al mare. Una lettera dalla quale emergono ricordi di attimi felici, piccoli sprazzi di vita quotidiana tra i campi di papaveri e le strade di Homs. Una lettera il cui futuro è segnato, al contrario, dall’incertezza e dalla paura dell’ignoto.

Sono solo parole, l’espediente di un padre. La fiducia che riponi in me mi strazia. Perché questa notte riesco solo a pensare a quanto è profondo il mare, a quanto è vasto e indifferente. E a come sono impotente io, incapace di proteggerti.

A curare la prefazione di Preghiera del mare è Roberto Saviano, che ci esorta a considerarci tutti uguali e a non temere il diverso. Come dice Saviano, le persone oltre al mare sono proprio come noi.  Hanno una casa, un lavoro, mangiano, pregano, amano, soffrono. Ma poi /a causa di guerre, siccità, povertà, violenza e conflitti etnici e religiosi queste persone si trovano costrette a scappare dalla propria terra. E di quella quotidianità, così tanto normale e rassicurante, non rimangono che brandelli sparsi, vite interrotte, anime mutilate costrette a rischiare la propria vita affrontando il mare. Saviano, inoltre, ci dice che tutto questo, oltre la linea dell’orizzonte, è reale, esiste, e noi dobbiamo conoscerlo dato che oramai abbiamo tutti gli strumenti a disposizione per farlo.


Marwan, tua madre è qui con noi questa notte, su questa spiaggia fredda, illuminata dalla luna, tra bambini che piangono e donne che si lamentano in lingue che non conosciamo. Sono afghani e somali, iracheni, eritrei e siriani. Aspettiamo tutti con impazienza il sorgere del sole, eppure il pensiero di quel momento ci riempie di terrore. Siamo alla ricerca di una nuova patria.

Restiamo umani!


Preghiera del mare ci esorta a restare esseri umani, a non farci corrompere dall’odio e dalla violenza di un governo sempre più fascista, che ci vuole lobotomizzati, ma soprattutto aridi nello spirito. Non è umano impedire ad un barcone di approdare a riva. Non è umano discriminare una persona per il colore della pelle. Non è umano prendersela con i centri d’accoglienza per profughi. Non è umano restare indifferenti di fronte ad una strage di innocenti. I migranti non sono “pacchi” scomodi, sono persone proprio come noi, persone traumatizzate e sofferenti che hanno bisogno di aiuto. Il nostro governo dovrebbe lavorare sull’aiuto concreto che può essere dato a queste persone, soprattutto a livello psico – sociale, in modo tale da favorire l’integrazione e scongiurare la violenza. Perché si sa, l’odio genera odio, e solo attraverso un atto d’amore come l’accettazione possiamo spezzare questo circolo vizioso.

Preghiera del mare è un romanzo da leggere, in quanto permette di immedesimarci nella condizione del migrante da più punti di vista, come quello di un padre o di un figlio.

La migrazione è un tema particolarmente sentito e sono numerose le opere, sia passate che presenti, che si adoperano nel raccontare ciò che avviene durante la migrazione e le sue conseguenze sul tessuto sociale odierno.


Vorrei concludere con un dialogo presente nella serie tv Questo mondo non mi renderà cattivo di Zero Calcare, un noto fumettista italiano. Il dialogo avviene tra il protagonista e una profuga, dopo una manifestazione per non far chiudere un centro di accoglienza che si trova nella periferia di Roma.


“Oddio, in effetti non so se avete fatto sto affarone a venir qua eh…”
“Mia mamma dice alberi che stanno nello stesso campo bevono la stessa acqua”
“Mmm, gli alberi so’ troppo stabili, qua al massimo potremmo essere tronchi e annamo dove ce sbatte la corrente…”
“La corrente fa paura perché non sai dove ti porta, ma almeno vuol dire che non stai andando a fondo”

 

FONTI:




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